Testimonianza di Tiziana
Ciao Leonardo, dopo aver letto su Facebook della possibilità di poterti fare avere le testimonianze delle nostre regressioni con te, ti faccio avere la mia. Ti ringrazio ancora tantissimo per l’esperienza importantissima, che ripeterò sicuramente per proseguire lungo il cammino della conoscenza umana.
Tiziana
Buscoldo, 14 dicembre 2018
Da tempo desideravo incontrare Leonardo per vivere una esperienza di regressione. L’ho incontrato per la prima volta durante una rassegna primaverile di esperti del settore olistico. Mi incuriosiva il tema delle regressioni, ma anche dei sogni e delle visioni.
Dopo aver letto il suo libro ho deciso di prendere appuntamento. Ero emozionata e desiderosa di conoscere meglio me stessa e i misteri della vita. Dopo essere entrata in uno stato di rilassamento totale guidato, la prima immagine che ho visto sono stati i miei piedi. Avevo un paio di piedi color “meticcio”, con le unghie sporche, e camminavo su un prato lungo un sentiero. Ero un ragazzo. Magro, in forma, con i capelli neri. Ero seminudo. Ero solo, ma stavo molto bene nella mia solitudine. Vedevo le capanne degli altri ma non entravo. Mi sono seduto sulle rive di un fiume dall’acqua cristallina. Ero un aborigeno. Mi sono affacciato alla modernità ma non mi interessava. Leonardo mi ha chiesto poi di andare al momento della mia morte. Mi sono visto accovacciato su un giaciglio di erba, in posizione fetale. Sono morto serenamente, pensando ai miei genitori e a quanto affetto ho ricevuto da loro.
Mi sono vista poi in un’altra vita. Mi è apparsa l’immagine di una fotografia di una bambina con i cannellotti biondi. Una bambina benestante. Mi sono vista da adulta. Ero una dottoressa, avevo un vestito lungo fino alle caviglie e un’acconciatura dai lunghi capelli grigi raccolti. Ho lavorato molto per gli altri e ho fatto del bene senza clamore. Mi sono vista camminare lungo una strada di città, forse del XIX sec. Nel momento della mia morte mi sono vista in un letto, in una stanza dal soffitto alto. Sono morta sicuramente di malattia. Accanto a me in distanza solo una figura un po’ in ombra, forse un medico di mia conoscenza.
In questo bellissimo viaggio mi sono affezionata al ragazzo che ero: solo, libero, immerso nella natura. Anche la dottoressa che sono stata era sola, accompagnata solo dalla sua professionalità, ma di lei avrei voluto conoscere qualcosa in più. Grazie a questa esperienza ho compreso che la mia forza passa attraverso la solitudine. Ho capito anche che la mia attuale vita sociale e il mio stare bene con gli altri viene da molto lontano. Nella mia attuale vita appartengo a una famiglia molto numerosa, mi sento amata e apprezzata. E pur sentendomi forte nella mia individualità capisco l’importanza della mia famiglia. Infine Leonardo ha fatto una cosa speciale. Mi ha dato la possibilità di incontrare una persona a me cara che mi ha lasciato un messaggio: “Ama i tuoi figli e non commettere gli stessi errori che ho commesso io con i miei figli”. Questa persona speciale è mio nonno, colui che ha saputo riscattare la sua vita attraverso il suo bene per me, sua nipote.