Madonna
E’ difficile per me parlare di questa esperienza, credo di averla cercata e allo stesso tempo temuta.
Forse è per questo che alla prima regressione, quella di sabato sera sentivo la tua voce da lontano che mi guidava, mi sono vista bambina che giocavo per terra con le costruzioni, poi una luce e come un nastro che si riavvolge nel buio e quando mi hai detto di guardarmi i piedi ho fatto una fatica enorme nel buio, poi li ho visti erano piedi da uomo che calzavano dei sandali di cuoio molto antichi, poi più niente sono tornata nel corpo. Rilassata in ascolto, ma nel corpo.
Nella notte agitata altre immagini che mi sfuggono.
Al mattino seguente, ti racconto quello che è successo e altra regressione, credevo ricapitasse la stessa cosa, invece mi sono vista appena nata piangere, poi in braccio a mio zio con mia madre lì, con la tua voce mi hai portato indietro.
Ho rivisto i piedi che calzavano quei sandali di cuoio a fascia e con lo sguardo sono andata in su, appartenevano ad un giovane romano vestito con una specie di corazza e braccioli di cuoio, non so come descriverne l’abbigliamento, e quei gonnellini fatti di stoffa e striscioline di cuoio sempre.
Quello che mi ha colpito è lo sguardo di quest’uomo castano biondo ricciolo, molto bello, c’era una fierezza incredibile in quello sguardo, ci ho visto i miei occhi.
Quando mi hai detto di guardarmi intorno, mi sono ritrovato al centro dell’attenzione per niente turbato ne intimorito, molto fermo deciso e fiero. Circondato da svariati uomini (come se fossero seduti a gradinate di tre o quattro file) che non erano vestiti come me, ma con delle tuniche bianche lunghe e drappeggiate. In mezzo a tutti, mi sono sentito trafiggere da uno sguardo ostile, dagli occhi chiari, ho creduto fosse lo sguardo di mio zio, il fratello di mio padre, ma non so.
Questo sguardo si ripresenterà ancora.
All’inizio erano tutte immagini flash, che si susseguivano molto velocemente.
Ho visto un ragazzo vestito con un abito fatto di pelli cucite, con capelli neri morbidi sulle spalle e grandi occhi neri, la sua carnagione era un pò più scura della nostra.
Era appoggiato su una roccia scrutava l’orizzonte immobile con un ginocchio a terra e in una mano un arco, perfettamente mimetizzato con l’ambiente circostante. Ti dissi che per me era una sentinella.
Dall’alto ho visto quello che credo fosse un monaco che procedeva nel deserto sconfinato color arancio, dal viso semicoperto dal cappuccio spuntava parzialmente una barba quasi bianca. C’era vento e procedeva appoggiandosi ad un bastone di legno ondulato nella forma e venato, come il legno di ulivo che mi piace tanto.
Poi l’immagine di un ragazzo africano, era insieme a tanti altri e aveva una lancia in mano, era notte perchè guardandolo spiccava il bianco intorno hai suoi occhi neri, era in movimento, correva o stava per colpire qualcosa.
E ancora una giovane sposa, molto bella, bionda con dei lunghi capelli ricci sciolti sulle spalle, danzava e cantava felice, in una stanza dalle scure pareti di pietra, con lei che rideva e scherzava c’era anche una fanciulla. Era vestita con un abito lungo,prezioso fatto come una tunica, senza collo e un pò aperto a fessura sul petto con delle decorazioni che ne guarnivano lo scollo, e con le maniche a punta che toccavano a terra. Poi è arrivato il suo signore, il suo sposo che la guardava ridere cantare danzare… ho visto che le chiudeva con la mano la bocca e poi … lei annegata nell’acqua,credo di un lago. La vedevo da sotto con i capelli nell’acqua e il suo bel vestito con le maniche lunghe, annegata dall’uomo che amava.
Qui tornano quegli occhi chiari, contenti di quanto era successo, come se appartenessero ad una vecchia strega.
Il tuo chiamarmi Madonna può avere un senso in questo, a quei tempi la donna, la signora, poteva essere chiamata con l’appellativo di Madonna, seguito dal suo nome.
C’era una tavola incisa, o uno scritto, la vedo ancora chiarissima, ma non riesco a capire di che materiale è fatta, ci sono dei simboli, alcuni sembrano in oro. Sono sicura che alcuni rappresentano i pianeti, si usano anche oggi per indicare alcuni segni zodiacali. In una vecchia enciclopedia che ho a casa, ho letto che questi simboli venivano usati dagli alchimisti nel medioevo.
Ora viene la parte più difficile per me, ti ho già detto scherzando che non è stato molto vantaggioso per me essere donna, visto che sono stata uccisa in due occasioni.
E’ giorno pieno e c’è tanto sole, c’è una strada di terra battuta e una bicicletta rossa con la canna da uomo e il sellino di cuoio marrone chiaro appoggiata alla scarpata sotto la strada.
C’era questa bella ragazza mora con i capelli con le onde sulle spalle, la camicetta a fiorellini e la gonna, che probabilmente era arrivata lì seduta sulla canna della bici, perchè conosceva l’uomo che la guidava.
Ho visto la sua tomba a terra nel sole, con i fiori e una strana lapide credo di legno.
Ancora tornano quegli occhi di ghiaccio, appartenevano ad un uomo biondo, che vedo con indosso una divisa militare grigio chiaro.
Mentre mi facevi tornare, sapevi che avevo bisogno di sentire il battito del tuo cuore.
Non ho mai parlato, ero bloccata e ora so perchè.
Non riuscivo a parlare, e la prima cosa che ti ho detto con molta fatica è: “ho combattuto tanto”.
Come romano, come indio, come africano, come monaco, come donna….
Contro uomini, bestie feroci, forze della natura, contro l’uomo che mi ha violentato e ucciso, contro me stessa.
Mi hai chiesto “Chi ti ha guarito?” senza esitare ho risposto il monaco.
E al suono rassicurante del tuo cuore, ti ho chiesto se quella ragazza con la camicia a fiori era stata violentata, e mi hai detto che probabilmente nella mia ultima vita sono morta così perchè nel mio corpo e nella mia anima ci sono ancora i blocchi ed i segni di quella violenza.
Mi hai fatto rivivere quei momenti, non potevo piangere, non potevo urlare, mi ha fatto male, mi ha gonfiato di botte.
E finalmente ho pianto.
Io non piango mai, il mio corpo e la mia anima si irrigidiscono diventano come di pietra e non riesco a piangere, a sfogarmi di fronte al dolore.
L’educazione che ho ricevuto, molto rigida, mi ha sempre fatto pensare alla sessualità come a un tabù, a una cosa sporca, di cui non si può neanche parlare.
I vari dolori fisici che ho ricordano chiaramente la violenza subita.
Il mio non riuscire ad esprimere i miei sentimenti, le mie emozioni.
La mia paura della profondità dell’acqua.
La mia avversione, o meglio il mio non fidarmi degli occhi chiari, e non mi piacciono i capelli biondi in un uomo, puoi darmi torto?!
A scuola adoravo la storia, non l’ho mai studiata, la leggevo come fosse Topolino, però mi sono sempre rifiutata di studiare qualsiasi cosa riguardasse la seconda guerra mondiale.
L’amore per il mio sposo che è sopravvissuto alla morte, ci siamo rincontrati in questa vita, come sai, e mi sono innamorata ancora di lui, che mi ha di nuovo chiuso la bocca impedendomi di esprimere i miei sentimenti, e di nuovo ucciso ferendomi profondamente come donna. Gli dicevo, senza sapere perchè, che lo avevo riconosciuto che il mio amore era profondo e vero. Mi è familiare e mi fido di lui ancora, e sempre ho cercato il battito del suo cuore, perchè quell’uomo che mi ha violentato non ce l’aveva un cuore
Ho fatto un viaggio in Marocco qualche anno fa, ho avuto un’esperienza bellissima nel deserto, la senzazione di essere tornata a casa.
Sono nata a Roma e, questo sabato, non progammato, ho avuto la possibilità di tornarci come turista, ero curiosa e attenta, Nono sono mai entrata al Phanteon prima di sabato, molto tempo fa ci ero già stato.
Mi ha sempre affascinato,in questo centra molto mio padre e la mia infanzia, la natura in tutti i suoi aspetti, l’astromomia, le erbe, l’astrologia (non l’oroscopo dei giornali), in chimica poi avevo nove a scuola, i miei studi sarebbero proseguiti sicuramente in quel campo, volevo studiare agraria.
Non è stato facile avere il coraggio e l’incoscienza di fidarmi di te che hai sondato la parte più profonda del mio essere.
Grazie per quello che hai fatto e per quello che continui a fare,
Grazie per la delicatezza e per il rispetto che hai avuto con me.
Da ragazzina molte volte ho desiderato essere un ragazzo, pensavo fosse una fregatura essere una femmina, oggi posso dire che è bellissimo essere donna e che il coraggio più grande al mondo è quello di amare.