L’idea dell’immortalità
Negli ultimi venti anni di vita mi sono interessato, per vari motivi, a comprendere il funzionamento dello strumento dell’ipnosi.
L’ipnosi può essere un sistema efficace in molti campi che vanno dalla introspezione semplice di se stessi, alla cura delle malattie, per arrivare fino allo studio dei fenomeni paranormali che avvengono durante le sedute ipnotiche. Lo strumento ipnotico è inoltre un utile sonda per verificare cosa accade nel passato o nel futuro.
Va detto però che io vengo da una cultura strettamente galileiana dove la ricerca si fa partendo dal presupposto che per capire cosa accade, si debbano seguire quattro punti fondamentali che sono
· Accorgersi che esiste un fenomeno da studiare
· Osservarlo bene per capire come funziona
· Riprodurre il fenomeno il laboratorio
· Scrivere un algoritmo che descriva il fenomeno
E dunque dopo venti anni di lavoro in questo campo posso dire che il fenomeno delle ipnosi può essere studiato scientificamente perché è riproducibile in laboratorio, è misurabile e fornisce sempre gli stessi risultati.
Ma quale è la risposta della scienza di fronte all’utilizzo di questa tecnica? Sembra incredibile ma quei pochi soggetti che conoscono lo strumento dell’ipnosi a fondo non sono medici ma professionisti che derivano dalle più disparate branche della scienza. Una delle cose che ho capito in questi anni è che la medicina, pur avendo studiato in passato il fenomeno, oggi lo snobba perché sembra non abbia gli strumenti per comprenderlo e di solito, tutto quello che non si capisce, viene identificato come pericoloso.
In verità esistono seri professionisti nel campo della psicanalisi della psicologia ed a volte anche della psichiatria o della neurofisiologia che pubblicano centinaia di lavori su questo tema. Lavori che vengono sistematicamente ignorati dalla maggior parte della scienza ufficiale.
Per comprendere bene il fenomeno dell’ipnosi e la sua applicazione allo studio delle vite passate, bisogna intendersi di neurofisiologia, di fisica quantistica, di psicanalisi, di storia antica. Detto questo, non possiamo chiedere tutto ciò ad un umile e semplice psichiatra, secondo il quale il cervello è solo un pezzo di carne spugnosa.
Per cercare di mettere tutti d’accordo, senza ipocrisia, abbiamo sviluppato un’ipotesi di lavoro che tenta di essere una chiave di lettura per certi fenomeni che si sviluppano mediante l’ipnosi. Intanto esistono diverse definizioni di stato ipnotico: dalle più complicate, alle più banali. L’ipnosi per me è una tecnica che aumenta la lateralizzazione del cervello dell’emisfero destro rispetto al sinistro.
Il lobo sinistro è legato al concetto junghiano di maschile, al concetto galileiano di razionale, dove l’emisfero destro è legato al ragionamento intuitivo non schematizzabile matematicamente ed è esprimibile con la parte femminile del proprio sé.
Storicamente siamo obbligati, dal mondo che ci circonda, ad usare molto l’emisfero sinistro e siamo stati castrati dalla storia che ci ha impedito di credere nelle emozioni. Si misurano le emozioni? No! Ed allora non esistono. Sono ripetibili in laboratorio le emozioni? No! Ed allora non esistono. Così dice chi ha costruito il modello scientifico galileiano: non certo Galileo che non ha mai usato questo stupidissimo metodo, e lo dico con cognizione di causa lavorando in laboratori di ricerca da trentacinque anni.
Durante il processo meccanico di lateralizzazione, l’emisfero destro viene posto, con opportune sollecitazioni, nella condizione di rispondere alle domande dell’ipnologo, interferendo con il territorio che lo circonda. Il subconscio ed il conscio sono fuori gioco in quell’istante e solo l’emisfero emozionale può dire la sua. L’emisfero emozionale ha alcune limitazioni nel vedere la mappa del territorio che lo circonda cioè nel descrivere la realtà virtuale (modificabile) fatta di spazio, tempo ed energia potenziale.
L’emisfero destro non è strutturato per dire bugie perché non ne conosce nemmeno l’esistenza. Non è però strutturato nell’effettuare processi di mediazione tra due concetti. Questo fenomeno accade perché tale emisfero non è in grado di riconoscere il significato del dualismo universale; buoni cattivi, acceso spento, vuoto pieno eccetera, sono concetti che il lobo destro fa fatica a comprendere, o meglio, non ne comprende appieno il significato, che invece comprende benissimo l’emisfero sinistro.
Il concetto di”prima e dopo”, per il suddetto sistema operativo mentale, sfugge perché l’emisfero destro vive in un unico presente. Sant’Agostino diceva che il tempo non esiste ma esiste un passato corrispondente al presente ed un futuro corrispondente ad un presente e poi il presente.
Lo stesso concetto ce lo ritroviamo oggi a livello di fisica quantistica e di fisica della realtà virtuale di Bohm, fisico contemporaneo di Einstein che sostiene che l’Universo è solo un immenso ologramma.
Peraltro anche Carl Pribram, noto neurofisiologo contemporaneo, sostiene che la memoria non sia insita dentro al cervello ma sia esterna al cervello in una griglia olografica che alcuni chiamano Akasha.
Per Carl Pribram i due emisferi cerebrali altro non sarebbero che due lettori di ologrammi.
Dunque se il tempo non esiste e se il passato per esempio è co- presente con il presente e l’universo è “non locale”, cioè sta tutto dentro un unico puntino, ecco che leggere nella Akasha utilizzando i nostri lettori di ologrammi (gli emisferi cerebrali), diventa possibile.
In ipnosi si usa solo principalmente l’emisfero destro e questo ci permette di ottenere una immagine atemporale dell’universo. Basta chiedere a questo lettore di ologrammi di andare a leggere cosa accade in questo istante nel passato che gli corrisponde. La vecchia idea dell’ipnosi regressiva dove lo stesso Erickson diceva di far ri-vivificare le immagini del passato, oggi ci appare superata. Il soggetto non ricorda ciò che è passato perché il passato non esiste. Il soggetto in ipnosi vive il suo passato come fosse la prima volta. Interagisce con esso e lo può modificare.
Così può andare a leggere quale sia il suo futuro in quell’istante. Ciò non vuol dire che saprà cosa gli accadrà , ma sa quale è il suo futuro se non cambia nessun altro parametro, poiché il futuro, come del resto il passato, cambiano di istante in istante. È facile pensare ciò per quel che riguarda il futuro ma risulta difficile al lettore pensare che il passato possa cambiare. Il passato viene visto solo come un album di fotografie già scattate; invece il passato, come il futuro, appare dinamico ed in continua modificazione.
In questo contesto, bisogna sottolineare come in termini più moderni le vite passate non esistono nel passato ma esistono co- presenti con il presente.
La parte di Coscienza che è localizzata nell’emisfero destro del cervello, sarebbe comune a molti contenitori (i corpi) nel passato e nel futuro. Questi contenitori avrebbero la stessa anima, se così si può dire, la stessa energia vitale e l’esperienza che fa un’anima nel passato sarebbe identica a quella che fa la stessa anima nel presente o nel futuro, utilizzando diversi altri contenitori. I diversi contenitori (i corpi) avrebbero una mente diversa e per questo comprenderebbero diversamente anche uno stesso tipo di esperienza. Per esempio un uomo della pietra che vedesse un alieno direbbe che ha visto un demone o un dio. Oggi la stessa esperienza sarebbe interpretata in modo più tecnologico. Ma questo vuole anche dire che in un soggetto, anima può essere malata della stessa malattia sia nel passato che nel futuro, anche se i suoi differenti contenitori comprenderebbero differentemente la natura di quella esperienza.
Basta dunque curare la parte animica in qualsiasi punto della fittizia linea temporale e il soggetto guarirebbe in tutti i punti di essa. Questo è in parole povere ciò che fa Brian Weiss, psichiatra americano che, con l’uso della ipnosi regressiva, fa regredire i pazienti a vite passate, dove è più facile, per certi versi, trovare le cause psichiche del malfunzionamento del soma (il corpo). In ipnosi si parla con la coscienza di anima e dunque si riprogramma neuro linguisticamente la sua capacità di avere una corretta immagine della realtà. Come diceva Platone: non si può curare il corpo se non si è curata l’anima, come oggi sostiene lo psicoanalista James Hillman nel suo famoso libro dal titolo “Il codice dell’anima”.
Chi studia i fenomeni che accadono in ipnosi: come la lettura delle vite passate o l’interazione con esse, si accorge che esiste una coscienza all’interno del emisfero destro del cervello che è trascendente, che vede oltre il tempo, che conosce il concetto di immortalità ma non quello di temporalità entrando nel campo della psicologia transpersonale.
Questa coscienza sovente dice di essere venuta in questo contenitore per giocare e per fare esperienza: l’esperienza della morte che è l’unica esperienza che, essendo anima immortale, essa non possiede. Ma prima di fare questa esperienza bisogna aver vissuto, perché la vita dia consistenza e significato al concetto più importante che è quello della morte. Studiare il fenomeno delle vite passate ci ha fatto capire come la fisica quantistica e della virtualità sia una vera e propria realtà ma ci ha anche mostrato che una parte dell’uomo è immortale e una essenza di essa, ancora più elevata, che ha creato tutto l’universo, è eterna. Questa cosa insita nell’anima e creatrice di tutto si chiama Coscienza (quella cosa che qualcuno chiama Dio). Attraverso di essa l’uomo modifica inconsciamente tutti gli istanti che compongono il suo destino (il Karma). Essere consapevoli di questo fatto, modifica l’uomo e lo rende divino. Di tutto ciò un semplice medico non avrebbe mai potuto accorgersi.
Dr. Corrado Malanga
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale Università di Pisa