Le vibrazioni del e al cuore
Fin dalle prime mail che ci scambiammo per prenotare un soggiorno nel suo B&B, Leo mi sembrò una persona diversa dalle solite; sembrava già che mi conoscesse… non aveva richiesto nessuna garanzia né ulteriori dettegli su di me… diceva che si fidava…
Quando io e le mie amiche siamo arrivate da lui, quella sera di fine aprile, ci è corso subito incontro e, senza nemmeno chiederci chi fossimo, ci ha accompagnato nella camera a noi riservata… bellissima! Una camera in stile “africano” con i colori caldi del sole e del deserto.
La mattina successiva è venuto a chiacchierare con noi durante la colazione e così parlando abbiamo “fissato” la regressione della mia amica Vanessa per la sera stessa. Io ero spaventata solo dall’idea e non volevo assolutamente provare su di me la regressione, anche se Leo insisteva… ho preso tempo e ho prenotato un massaggio ayurvedico per le 11…
Quella stanza, l’odore di quell’ ”olio delle fate”, la musica rilassante con i rumori della foresta son cose che penso non dimenticherò facilmente.. e poi, il massaggio e le mani di Leo… calde… che mi trapassavano la carne… è stata un’esperienza intensissima che è durata un’ora e mezza…
Sono entrata subito in trance e non ho percepito minimamente il tempo che passava, ma solo i movimenti delle mani di Leo e il suono del suo respiro…
Quando dopo un’ora e mezza mi ha risvegliato mi son accorta che stavo piangendo; lui mi ha spiegato che probabilmente rilassandomi ho lasciato che tutte le emozioni negative che avevo accumulato dentro di me fuoriuscissero sotto forma di lacrime.
Dopo il “risveglio” ho raggiunto le mie amiche che mi stavano aspettando in piscina, subito seguita da Leo che mi ha “utilizzata” come dimostrazione per le mie amiche, mandandomi di nuovo in trance. Mi ha poi chiesto di immaginare un filo lungo, legato al mio braccio e teso verso il cielo, e che questo filo facesse muovere il mio braccio e la mia mano fino a farla posare sulla parte del mio corpo dove sentivo più bisogno di cure in quel momento… e la mia mano si posò sul cuore. E poi lo stesso l’ho fatto con l’altra mano, che ha raggiunto la prima sul cuore.
Quando mi ha svegliata Leo mi ha promesso che mi avrebbe aiutato in quei due giorni di permanenza da lui a “guarire” il mio cuore… effettivamente da circa due settimane soffrivo di fastidiose extrasistole che non accennavano a diminuire con nessun rimedio; da quel momento il mio cuore si è quietato e non ho quasi più avuto problemi.
La sera stessa avevamo in programma la regressione della mia amica Vanessa; infatti alle 21 è arrivato e, prima di iniziare con leim è riuscito a convincere anche me a fare questa regressione…
Prima ha fatto regredire Vanessa e poi è toccato a me. Io però ho voluto che fossero chiamate le mie amiche una volta andata in trance…
Mi son stesa sul letto e lui mi ha messo le sue mani sul braccio e mi ha detto di fidarmi di lui e non aver paura… ha di quelle mani Leonardo, bollenti… e degli occhi che ti assorbivano l’attenzione e il pensiero…
Mi ha fatto chiudere gli occhi e ha iniziato a toccarmi la fronte, gli occhi, le braccia.. poi ha messo una mano sulla pancia x calmarmi il respiro e nel frattempo mi diceva di concentrarmi sul suo di respiro e sulle sue mani… mi sentivo pesante, risucchiata dal letto.
Poi mi si è sdraiato vicino e continuando a tenermi per mano mi ha detto di visualizzare delle scale e scenderle finchè non avrei incontrato una porta e poi di aprirla…
Era difficile… Le scale le vedevo e le scendevo ma la porta proprio non riuscivo ad immaginarla… Uso il verbo “immaginare” perché secondo me ho immaginato tutto, anche se come dice Vanessa se avessi immaginato avrei potuto scegliere di essere un’altra persona, magari più fortunata.. secondo lei la mia immaginazione era influenzata dal mio inconscio… ma torniamo al racconto!
Ad un certo punto ho finalmente visto la porta e lui mi ha detto di aprirla e dirgli cosa vedevo… e io vedevo luce e nient’altro.. lui mi ha detto di entrare e lasciarmi assorbire dalla luce… e così ho fatto!
Ad un certo punto, non so come, la luce è diventata un liquido denso e scuro in cui io continuavo a sprofondare (secondo Leo stavo rivivendo la fase del concepimento) e non mi sembrava di fermarmi mai… poi mi ha chiesto cosa mi insegnava questo sprofondare, e io gli ho detto così: “ tutto passa, noi restiamo e non ci dobbiamo lasciar scalfire dagli eventi… la vita va avanti e scivola su di noi” poi tutto in un momento il liquido è diventato meno denso anche se continuavo a cadere…
Successivamente mi ha detto di cercare di fermare la mia caduta e cercare di vedere un nome o una persona… e, non subito, mi si è stagliato nella mente un nome: Anna. (Da notare che nella mia famiglia non c’è nessuna Anna…)
Allora lui mi ha chiesto chi era e cosa faceva Anna e io gli ho detto che era una bambina, era seduta in un prato che stava raccogliendo dei fiori, aveva i capelli lunghi, biondi, e indossava un vestito bianco e un cappello di paglia. Mi ha chiesto se ero io Anna ma non ero lei, io ero la persona che la stava guardando, e lei improvvisamente si è girata e mi ha porto un mazzo di fiori sorridendomi… poi ho detto a Leo una frase strana “la guardo e lei guarda me, ma non capisco se sono io che la guardo o sono io che mi guardo attraverso gli occhi di lei” (o una cosa del genere… al momento aveva un senso ma raccontandola così è una frase astrusa…) Poi Leo mi ha chiesto di passare ad un momento felice per Anna e di descrivere cosa vedevo.
Così mi son ritrovata in una casa dove si stava per festeggiare un matrimonio, il matrimonio di Anna. Lei era felice e mi guardava con gli stessi occhi e lo stesso sorriso con cui mi aveva guardato da bambina, era vestita da sposa con i capelli sciolti.
In quel momento Leo mi ha chiesto come era mio marito e io gli ho detto che non ero io Anna…e che il marito io lo vedevo solo di spalle…
Mi ha chiesto di dirgli in che anni eravamo, di descrivere il luogo in cui si sposava, gli invitati e i loro vestiti… dalla mia descrizione (si sposava in una chiesetta, un matrimonio senza pretese, gli invitati erano tutti vestiti di scuro, vestiti “come era vestita mia nonna”) ho dedotto che fosse nel primo dopoguerra.
Poi mi ha chiesto di raccontargli la prima notte di nozze con mio marito e lì mi son seccata e gli ho ripetuto che non ero Anna!
Allora mi ha detto di andare con la mente al momento della morte di Anna e dirgli dov’era morta e in che circostanza… “Anna è morta nel suo letto, giovane, di parto” gli ho risposto…
Allora Leo mi ha detto “adesso staccati dal corpo di Anna e guarda la scena dall’alto e dimmi cosa vedi…” da quel momento mi son resa conto finalmente che dovevo essere io Anna perché ho iniziato a parlare in prima persona.. Vedevo il mio corpo nel letto, ormai un involucro senza vita; vedevo mia madre che piangeva con in braccio mio figlio e vedevo altra gente che piangeva, ma non mio marito! Lui non lo vedevo proprio… Raccontando la mia morte ho spiegato a Leo che non mi dispiaceva lasciare i miei genitori o mio marito, mi dispiaceva lasciare il bambino, mio figlio…e continuavo ad insistere che non volevo lasciarlo… Leo allora mi ha detto di star tranquilla e di vedere dove andava a finire l’anima di Anna…
Beh, nella mia mente si è stagliata un’immagine nitida: mia mamma! Quella attuale…
Ho visto lei in ospedale con me in braccio appena nata! Intorno a noi i miei fratelli e mio papà. Poi ho visto mia sorella che mi prendeva in braccio, anche se a momenti la confondevo con mia mamma (effettivamente mia sorella ha 15 anni in più di me e spesso mi ha fatto da mamma), però mio fratello mi stava lontano e così mia sorella mi portava da lui x fare in modo che mi vedesse.. mio fratello non mi voleva toccare, allora lei mi ha portato da mia mamma e, tornata da mio fratello e abbracciandolo, gli ha detto che anche se ero nata io non sarebbe cambiato nulla tra di loro (hanno 2 anni e ½ di differenza ed erano uno il migliore amico dell’altra)… però mio papà non c’era più.. non so dov’era andato… forse a fumare…
Successivamente Leo mi ha chiesto di proseguire, di fare un salto avanti nel tempo con la mia vita ed arrivare ai miei 3 o 4 anni e mi ha chiesto qual’era la domanda che mi ponevo più spesso… la domanda era perché i miei fratelli erano così grandi e io così piccola e poi un’altra era perché mi sentivo sempre più grande rispetto ai miei coetanei… poi mi ha chiesto se era successo qualcosa di particolare, se mi ricordavo qualcosa di curioso che era successo in quegli anni… Effettivamente ho rivisto mia sorella che mi faceva una foto (questa foto esiste davvero) in cui sono ritratta in un prato, stavo raccogliendo dei fiori e, sorpresa, in quella foto ero uscita BIONDA! Una cosa stranissima che non riuscivamo e non riusciamo ancora a capire come possa essere accaduto, visto che nelle altre foto dello stesso periodo sono sempre mora come adesso…
Poi mi ha risvegliato.
Il giorno successivo, prima della partenza, ho confidato a Leo che quando da piccola ero stata operata (son stata operata a 8 anni ai reni, per una malformazione…) e poi tutte le volte in cui stavo male e avevo la febbre, sentivo sempre delle voci che mi chiamavano e mi dicevano qualcosa che non ho mai voluto ascoltare. Lui mi ha detto che avrei dovuto ascoltarle anche se poi mi ha spiegato che quando si ha la febbre è facile avere delle allucinazioni e quindi non è detto siano cose paranormali… poi mi ha chiesto per che motivo ero stata operata e quando gliene ho spiegato la motivazione lui mi ha detto: “ecco perché durante il massaggio sentivo di dover insistere sui tuoi reni…” effettivamente mi avrà massaggiato energicamente i reni almeno 20 volte x parte… e una volta finito il massaggio ho dovuto far la spola dalla piscina al bagno per almeno 6 volte i mezz’ora…
Cosa dire? Ho scritto un poema e non so se ho raccontato la mia vita precedente oppure tante belle fantasie che il mio cervello ha prodotto! Effettivamente, come dice Vanessa, se fossero tutte fantasie prodotte dalla mia immaginazione avrei potuto scegliere di essere una principessa egiziana magari, o la principessa Sissi, o comunque dei personaggi come quelli che hanno popolato i miei sogni di archeologa mancata… e invece è saltata fuori questa cosa anche piuttosto triste…
Un’altra cosa che mi ha lasciato veramente perplessa è stato che al ritorno ho raccontato la regressione all’altra mia amica che non è venuta con noi… con lei son praticamente nata… siamo amiche sin dal primo giorno d’asilo… e dopo aver ascoltato tutta la storia, lei mi ha detto che questa cosa non era nuova x lei perché io già una volta le avevo raccontato di essermi sposata e di essere morta di parto da giovane.. io non me ne ricordo assolutamente ma lei è sicura, solo che non si ricorda se le avevo raccontato un sogno o una “premonizione”…
Di una cosa son sicura… quel week end da Leo mi ha cambiato profondamente e mi ha fatto trovare un vero, grande amico!