L’amore ritorna
La prima immagine che compare è lei (Lucie) vestita di stoffa grezza color marrone grigio simil Iuta. E’ un abito da donna popolare del 1700-1800, ma elegante è formosa. Dopo mi viene la mia immagine biondo con un bel viso vestito da soldato stessa epoca tutto vestito di bianco pantaloni, panciotto e fascia, ho solo le maniche e il cappello blu chiaro. Non capisco che legame ci sia fra me e lei, ma sento amore da parte mia.
Seconda immagine: vedo la sabbia del deserto che vola spostata dal vento. Inoltre sento che siamo in due io e lei (Lucie). Vedo una piramide, siamo all’epoca degli egizi io sono uno scriba e lei una sacerdotessa e ci amiamo.
Terza immagine: sono in una città tutta nera. Vi sono dei parallelepipedi a mezza altezza,come dei semafori, alti 50 cm larghi 20 cm profondi 20 cm, con delle luci dall’alto verso il basso bianco, blu e rosso. In tutta la città si vedono queste luci. I palazzi sono squadrati senza sporgenze con le pareti dritte, lisce e nere come ossidiana; solo delle luci escono dalle superfici; a destra c’è un palazzo molto alto centinaia di metri, invece a sinistra v’è ne uno più lungo che alto. Vedo anche una piramide di base almeno di 150 m, fra i palazzi, è completamente nera a parte delle lucine che escono da essa. Sono con lei (Lucie), ci amiamo; vediamo dei veicoli che volano sopra le nostre teste molto in alto. Che epoca sia non so, Atlantide forse?
Poi inizia la vera regressione, sono in un deserto, vedo dei cactus, sono in Nord America? Camminando camminando arrivo in un fiume circondato da vegetazione, ma oltre continua il deserto. Incontro una donna, mora capelli lunghi, vestita con un pettorale di paglia e una tunica bianca, un diadema di paglia le raccoglie i capelli. Assomiglia molto a un egizia, ha la pelle bianca. La riconosco, è sempre lei (Lucie) si chiama Ofelia è mia moglie; mi accompagna in una capanna in mezzo a terra brulla, è in paglia con molte finestre nelle pareti, è la nostra casa mi sembra l’Africa è un tempo precedente ad Atlantide. Fuori giocano dei bambini, uno è nostro figlio. Entriamo, ci sono delle semplici panche di legno, un bambino è seduto su una di esse, è nostro figlio ma ha la pelle scura; io credo di avere la pelle chiara ma non sono sicuro. Al centro c’è il focolare con una pentola sul fuoco; la stanza si allarga e si restringe in base a dove sposto gli occhi, ci sono mensole in legno all’altezza delle finestre. Fuori dalle finestre vedo altre capanne: è il nostro villaggio, vedo una persona, un vecchio del villaggio è chiaramente africano.
Iniziamo a cucinare, lei mescola una zuppa di carne, io taglio dei pezzi di carne. E’ già notte e stiamo festeggiando la festa del solstizio di inverno e del nostro Dio creatore; è dicembre ma non fa freddo, la temperatura è mite.
Ci sediamo al tavolo siamo io, lei, un figlio e un’altro figlio che meta è e meta non c’è. Prima di mangiare preghiamo per ringraziare il nostro dio assoluto: grazie dio del cibo che ci doni e della splendida vita che ci concedi, ringraziamo per nostro figlio presente, per nostro figlio morto e per il nostro figlio malato. Preghiamo per il benessere del nostro villaggio e dell’amore per tutta l’umanità. Io spontaneamente aggiungo alla preghiera: ti ringrazio potentissimo per Otziles=Ofelia (Lucie), il regalo più bello che potessi ricevere.
Usciamo e andiamo alla spiaggia per continuare i festeggiamenti con il resto del villaggio. C’è un grande falò attorno al quale danzano alcuni uomini, mentre altri stanno facendo delle abluzioni nell’acqua. Adesso sono simile ad un indios col naso andino, sono vestito solo con un perizoma come gli altri presenti, le donne hanno una gonna e un pettorale di paglia; siamo in un luogo diverso. Mi unisco alla ballo attorno al fuoco cantando, è una danza propiziatoria dove gli uomini cantano e ballano per andare in trance e vedere il futuro. Mentre danzo anche il mio corpo si muove sul lettino, lo sento tutto formicolare, sento l’occipite che si scioglie insieme ad altre tensioni.
Riesco ad andare in trance e vedo le vite future mie e sue (Lucie) insieme; mi tornano le prime immagini e la vita attuale come visioni. Quando ritorno in me vado da lei (Lucie) e le dico che ci ameremo ancora per moltissime vite.
Devo andare a purificarmi nell’acqua con le abluzioni rituali, mi immergo completamente e inizio a nuotare sottacqua, lasciandola sola. Nuoto e nuoto, arrivo in un liquido amniotico: rinasco, sono in una stanza bianca con mattonelle bianche alle pareti, sono in un ospedale, un infermiera mi prende in braccio. Mi sembra di essere negli Stati Uniti anni quaranta, cinquanta del 1900. Guardo l’infermiera e rivedo lei (Lucie), non capisco come possa essere anche qui. Cresco e cresco vedo delle automobili tipiche americane anni 40 o 50, sto camminando lungo un viale, vengo investito da un automobile nel 1952 a 15 anni, muoio per le conseguenze nel 1954 dopo essere stato in coma. Muoio in una stanza di ospedale vicino a me c’è la mia vecchia madre che sembra più una nonna, infondo al letto vi è seduta l’infermiera che mi ha fatto nascere, invecchiata ma dimostra meno di 50 anni. Questa vita mi ha insegnato la gioia di vivere e il piacere delle novità.
Arrivo alla mia attuale vita, nasco nel 1975 la prima cosa che vedo è il dottore che mi tiene in alto per guardarmi; dietro le mie spalle c’è mia madre. Cosa provo? Dico amore ma non lo sento. Sento un muro, non voglio vederla mia madre non sento il suo amore. Mio padre mi sta aspettando fuori in corridoio. Mi lavano e avvolgono prima di farmi uscire insieme con mia madre dalla sala; quando mio padre mi vede mi prende subito in braccio. E’ felicissimo, mi ama tantissimo; invece sento mia madre che è gelosa di me. Sento che c’è del rancore fra di noi: mi concentro su di lei, vedo un uomo coi capelli a caschetto lunghi,vestito di bianco con il petto blu con gli sbuffi nei pantaloni e un mantello, circa del ‘600-‘700. Ha una spada in mano, mi ha colpito alla schiena, mi ha tradito. Il motivo è gelosia, invidia della mia posizione, vuole prendere ciò che è mio: è mio fratello.
Non mi vengono altre immagini, non capisco se vi siano antichi legami con mio padre, sento provenire da lui solo un profondo e sincero amore. Crescendo, crescendo arrivo ad oggi, al risveglio mi sento rinato e più leggero, devo aver lasciato qualcosa nel percorso.