La libertà fa paura..da sempre
“Si è così profondi, ormai, che non si vede più niente. A forza di andare in profondità, si è sprofondati. Soltanto l’intelligenza, l’intelligenza che è anche «leggerezza», che sa essere «leggera», può sperare di risalire alla superficialità, alla banalità.”
Leonardo Sciascia
“Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente”
Virginia Woolf
Lasciato il corpo della madre il corpo è il proprio. Spesso le donne lo dimenticano. Da femmina a femmina o da femmina a maschio, in natura sono le donne che ospitano, i contenitori armoniosi, le piccole miniature della terra che permettono il transito.
E’ forse per sovvertire a quest’ordine che con il matrimonio il passaggio diviene invece tutto al maschile: dal braccio del padre a quello del marito, i piedi dritti verso l’altare, “rimbambite” dall’amor romantico, commosse ed emozionate ci rendiamo, da contratto, proprietà.
Il corpo delle donne è da secoli appannaggio della cultura, delle grandi religioni, del patriarcato e degli uomini in generale.
Nel libro divulgativo “Per te, fidanzata e giovane sposa” di Pierre Dufoyer edito nel 1958 si legge: “Quando una ragazza sogna l’avvenire […] il matrimonio le appare come la sola professione femminile degna di vero interesse.”
Alle donne ripetono, sin dalla primissima infanzia, che hanno bisogno di qualcuno che le protegga, che le faccia sentire al sicuro perché non saranno in grado di badare a se stesse: per questo vivono nella paura di rimanere sole.
Perché la donna non può essere erotica e sensuale senza per forza diventare un giocattolo maschile? Cosa si teme davvero? Maniche lunghe, burqa, mutilazioni genitali per citare esempi forti. Nel civilissimo e “femminista” occidente tutto questo è camuffato, ma rimane presente e opprimente. Quando le catene sono invisibili bisogna ancor di più alzare la guardia. La donna deve essere moglie, madre, avere relazioni monogame e se desidera sperimentare ed esplorare la sessualità viene etichettata come immatura ed immorale: ha problemi relazionali e/o è una puttana. Spesso la prima pietra di giudizio è proprio nella mano di un’altra donna.
Come ricorda De André: ‘Le comari d’un paesino non brillano certo in iniziativa, le contromisure fino a quel punto si limitavano all’invettiva. Si sa che la gente dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio.”
Dov’è finita la “sorellanza”, la protezione reciproca e la libertà che dovremmo difendere?
La coppia monogama è collegata sin da quando le donne sono piccole alla realizzazione personale: se sei adulta e sola, sembri strana, incompleta, difettosa. Non sei scelta.
Per la coppia si fanno sacrifici, fatiche, si perdono parti di sé. La coppia ha senso se si basa sul desiderio: i bisogni appartengono all’infanzia, sono i desideri che riguardano l’età adulta. I desideri sanno essere indipendenti.
Per secoli hanno raccontato che il sesso fosse una concessione all’uomo e che le donne non lo vivessero come davvero interessate.
Sempre nel libro “Per te, fidanzata e giovane sposa” di Pierre Dufoyer edito nel 1958 si legge “ le chiediamo di non impregnarsi nel “sessualismo” maschile. Ella deve riuscire, mediante un’accorta politica di dolcezza e di persuasione, a moderare la frequenza, spesso esagerata dei ritmi sessuali che il marito vorrebbe […] Non le suggeriamo una tiepidezza calcolata, ma un abile contegno di educatrice”
Si evidenzia, da queste parole, come sia scontato, che l’appetito sessuale maschile sia per forza maggiore di quello femminile e che sia riprovevole che la donna mostri un eccesso di desiderio.
“Non è facile dire il cambiamento che operasti. Se adesso sono viva, allora ero morta anche se, come una pietra, non me ne curavo e me ne stavo dov’ero per abitudine”. Sylvia Plath
George Orwell con 1984 ci ricorda che la libertà sessuale è nemica dei poteri forti. All’amore e all’attrazione si contrappone quindi una politica basata sulla solitudine. L’individuo è lasciato solo nella sua debolezza, evitando così ogni tipo di coalizione. La castità di conseguenza diventa una virtù, i figli vengono creati in provetta o coi pochi rapporti consentiti, il matrimonio ha l’unico scopo di procreare, mentre le relazioni amorose sono vietate. Nel mondo sorvegliato dal Grande Fratello, l’istinto è peccato poiché l’energia sessuale deve essere convertita in forza del Partito.
La libertà sessuale delle donne è ancora più temuta. In tante culture, soprattutto mussulmane, gli uomini non conoscono il corpo delle donne, non se ne preoccupano, non sanno che cosa possa dare loro piacere, non sanno dove e cosa sia un clitoride. Perché? Cosa succederebbe se la sessualità delle donne venisse liberata da tutte queste sovrastrutture?
Siate erotiche, femmine, potenti. Libere!