Ghesce Ciampa Ghiatso
Vi voglio far conoscere questo maestro che mi ha dato la possibilità e l’autorizzazione ad eseguire le regressioni alle vite precedenti all’Istituto Lama tzong kapa di Pomaia: presto vi racconterò perchè…
Cari lettori, molti di voi avranno già saputo che il nostro amato maestro spirituale ghesce Ciampa Ghiatso ha fermato i battiti del suo cuore il 27 novembre 2007. Molti non sapranno ancora niente.
Ghesce-la ci ha fatto il grande dono, dopo la sua morte clinica, di restare nella chiara luce della morte per sette giorni, cioè non ha lasciato il corpo, irradiando per tutte le creature la sua buddhità. E’ stato cremato nello stile tradizionale tibetano, nel grande prato dell’Istituto, grazie alla miracolosa concessione degli Enti appropiati. Joan Nicell, e altri coraggiosi allievi del nostro Maestro, hanno documentato anche fotograficamente varie fasi.
Il grande insegnamento:
Quel mattino del 27 novembre, un profondo dolore ha risvegliato tutti noi discepoli di Ghesce Ciampa Ghiatso. La notizia della sua morte, in un primo momento, ha reso l’aria silenziosa e ferma come se volesse renderci consapevoli che quel respiro di amore non sarebbe più appartenuto alla nostra quotidianità. Tanti erano i volti increduli che si aggiravano intorno alla villetta, tanti i discepoli incapaci di capire cosa sarebbe accaduto da quel momento in poi a loro stessi e a questo grande castello, che per anni è stato la casa di Ghesce-la.
Alle 7.30 della stessa mattina, Ghesce Tenzin Tenphel ha riunito tutti in Gompa, per chiederci di mantenere la mente calma, senza lasciarci andare al dolore: solo così potevamo offrire un contributo alla meditazione del Maestro. Non è stato facile mantenersi lucidi, raccogliere le forze per non piangere e cercare di riprendere in mano il presente, per quanto possibile.
La prima cosa da fare era comunicare con tutti coloro che avevano incontrato Ghesce-la anche per una sola volta, e che sicuramente avrebbero voluto raggiungere Pomaia; abbiamo iniziato a inviare delle newsletter quotidiane, cercando di condividere quello che stava accadendo e allegando le preghiere da fare, indicate dai tanti Lama giunti in Istituto. Purtroppo non tutti hanno ricevuto queste mail, allora abbiamo pensato di riportare qui una sintesi degli eventi trascorsi, scritta a suo tempo da Joan Nicell, in modo che ognuno possa mantenere il ricordo di questo ultimo, grande, insegnamento terreno offerto dal Maestro. (E.S.)
“Cari studenti di Ghesce Ciampa Ghiatso, qui all’Istituto Lama Tzong Khapa, tutti noi siamo ancora storditi dagli eventi che hanno avuto inizio con la morte del nostro maestro. Il pomeriggio del 27 novembre, il corpo di Ghesce-la è arrivato all’Istituto dall’ospedale nel tradizionale carro funebre nero. E’ stato disteso e coperto dal suo stesso saio monacale color zafferano, in una bara aperta collocata sul suo letto. Nella camera da quel momento, è calata una atmosfera calma e silenziosa nel rispetto della meditazione di chiara luce (tuk-dam) iniziata dal nostro maestro: soltanto Tulku Ghiatso sollevava, ogni mattina, un lembo del saio di Ghesce-la per controllare se egli fosse ancora nello stadio meditativo.
Fin dal primo momento, è iniziato il pellegrinaggio dei discepoli, provenienti da numerosi paesi, e giunti per rendere omaggio e inchinarsi ancora una volta, in silenzio, davanti alla loro guida spirituale. I numerosi Lama che sono arrivati all’Istituto, hanno iniziato varie recitazioni e pratiche nella camera di solito riservata al Dalai Lama. Ogni sera, monaci e laici tibetani si sono riuniti nella sala da pranzo della villetta per la Recitazione dei Santi Nomi di Manjushri; nel gompa principale, i discepoli occidentali di Ghesce-la hanno fatto lo stesso, alternando la lettura dei Santi Nomi con la recitazione del Sutra del Diamante. Il 1° dicembre è arrivato in Istituto Tenzin Tashi Tulku, incarnazione del Maestro di Ghesce Ciampa Ghiatso, ma ha dovuto attendere il 3 dicembre per entrare nella stanza dove si trovava il corpo di Ghesce-la.
Sembra sia abbastanza comune che un Lama in tuk-dam attenda l’arrivo del proprio maestro prima di lasciare il corpo e così Tulku Ghiatso aveva impartito severe disposizioni affinché Tenzin Tashi Tulku entrasse nella villetta solo in quel preciso momento. La ricorrenza del 3 dicembre ricorda, infatti, l’anniversario della morte del fondatore del Monastero di Sera, Jamcen Cioje, ed è ritenuta un giorno di auspicio.
Pochi minuti dopo l’incontro tra Tenzin Tashi e Ghesce-la è iniziata una forte tempesta di vento: solo nelle ore seguenti della giornata Dagyab Rinpoce ha detto che il momento in cui il vento ha soffiato così forte ha coinciso con il momento della separazione della mente di Ghesce-la dal corpo.
Alle 11 del mattino, come avevamo già fatto nei giorni precedenti, avevamo offerto lo Tsog insieme a Dagyab Rinpoce (giunto dalla Germania, su richiesta di Lama Zopa Rinpoce, per officiare la cerimonia di cremazione), Ghesce Tenzin Tenphel, Minyak Rinpoce, Tulku Tenzin Tashi (incarnazione del maestro di Ghesce-la, Ghesce Tashi Bum), Gomo Tulku (la cui precedente incarnazione ha conosciuto come suo discepolo Ghesce-la) e Tulku Ghiatso (il lama residente al Centro Ewam di Firenze).
La notizia che la mente di Ghesce–la aveva lasciato il corpo è stata diffusa da Dagyab Rinpoce solo alle 17.30. Su consiglio di Ghesce Ngawan Dragpa, alcune pietre con dei segni particolari sono state collocate sulla veste zafferano che copriva il corpo di Ghesce-la.
I monaci e le monache occidentali, insieme ai lama e ai monaci tibetani ospitati nella villetta, hanno recitato la preghiera per il veloce ritorno del maestro davanti al suo corpo, i laici facevano lo stesso in gompa. Dagyab Rinpoce e altri lama hanno accompagnato la cerimonia di preparazione del corpo di Ghesce-la con particolari preghiere: il corpo di Ghesce-la è stato lavato con acqua – aromatizzata con chiodi di garofano, cardamomo e altre spezie – poi avvolto in un manto di cotone bianco, e coperto con della seta rossa e arancio. Sulla sommità del capo è stata posta la corona dei cinque lignaggi di buddha. Per la prima volta dalla data della morte, i discepoli si sono potuti prostrare davanti al loro maestro e offrirgli la kata. La notizia ha fatto sì che, nella notte, molte persone si sono radunate per rendere l’ultimo, silenzioso, omaggio al corpo di Ghesce Ciampa Ghiatso.
Nelle prime ore della sera del 3 dicembre, Dagyab Rinpoce ha fatto sapere che sarebbe stato di grande auspicio far coincidere la data della cremazione con il giorno 4 dicembre, anniversario di Lama Tzong Khapa.
Le ore a nostra disposizione per ultimare i preparativi erano ristrette ad una sola notte: una squadra di uomini era intenta alla costruzione dello stupa per la cremazione, sotto la luce dei riflettori.Intorno allo stupa, i pali piantati nel primo pomeriggio nel terreno inaridito hanno delimitato un perimetro, chiuso con teli di stoffa arancione. All’interno del recinto, sono stati sistemati alcuni tavoli su entrambi i lati dello stupa per formare un altare; sull’altare sono state disposte ciotole contenenti acqua e zafferano in cui galleggiavano offerte di fiori. Allo stesso tempo sono state preparate delle ghirlande con rametti verdi e fiori multicolore da appendere da un punto all’altro della recinzione.
Tutto si svolgeva con un’incredibile armonia.
Una portantina era stata costruita e poi decorata con kate colorate e piccole bandiere della vittoria per condurre il corpo di Ghesce-la dalla villetta al luogo della cremazione. Tre lati del vaso dello stupa per la cremazione (costruito con mattoni refrattari) sono stati eretti, dipinti ed asciugati velocemente. Fotocopie, tracciate in rosso, e raffiguranti i sette emblemi reali e la ruota del Dharma, sono state incollate alla base dello stupa (il trono); la parte superiore della costruzione (il vaso) è stato decorato con gli otto segni di buon auspicio.
Alle 6 del mattino, il corpo di Ghesce-la è stato portato sul luogo della cremazione in una sobria processione. Mentre i lama recitavano le preghiere, il corpo di Ghesce-la è stato collocato dentro lo stupa all’altezza del vaso e seduto sopra un pezzo di stoffa bianca disegnata con la ruota del Dharma. A questo punto, il quarto lato del vaso è stato chiuso e decorato con i rimanenti segni di buon auspicio.
La cremazione è iniziata intorno alle 14.30 del 4 dicembre, dopo che il Comune di Santa Luce ha firmato l’ultimo consenso perchè ciò potesse avvenire nel prato dell’Istituto Lama Tzong Khapa.
Dagyab Rinpoce ha guidato la puja del fuoco di Yamantaka, seduto su di un trono di fronte allo stupa e con le spalle rivolte mare. Gli altri lama erano seduti al lato opposto, seguiti dai monaci, le monache e i laici che avevano completato il ritiro di Yamantaka. Altre persone erano sedute ad anello intorno al recinto. La puja è stata officiata in tibetano da Minyak Rinpoce. Non appena il fuoco è stato appiccato, un brivido di dolore ha attraversato tutti i presenti. Quando la legna ha iniziato a crepitare, folate di fumo bianco si sono innalzate vorticosamente, seguite da fiamme color arancio che finivano dritte e veloci verso il cielo.
Alla fine della puja, le quattro aperture disposte alla base del trono, rappresentanti le quattro porte, sono state chiuse con dei mattoni e dello stucco, quindi rivestite con le immagini dei guardiani delle quattro direzioni. La puja è durata poco più di due ore. Mentre tutto stava finendo, il sole ci ha regalato uno stupendo tramonto. Nel mare, l’isola della Corsica all’orizzonte, si stagliava contro un cielo che sembrava in fiamme. Dopo aver circoambulato lo stupa per qualche tempo, ci siamo recati nel gompa per compiere l’offerta dello Tsog, come vuole la tradizione nell’anniversario di Lama Tzong Khapa.
Abbiamo trascorso i giorni e le notti successivi svuotando e riempiendo le offerte disposte intorno allo stupa, e facendo attenzione che le numerose candele e lampade ad olio non si spegnessero al forte vento. Ghesce Tenzin Tenphel ha consigliato tutti noi, suoi discepoli, di continuare laRecitazione dei Santi Nomi di Manjushri, del Sutra del Diamante e della Preghiera per il veloce ritorno di Ghesce-la. Tali preghiere dovranno essere fatte in particolare, nei 49 giorni che intercorrono tra il 27 novembre 2007 e il 14 gennaio 2008 e, successivamente, proseguite fino al ritorno di Ghesce Ciampa Ghiatso.
Ghesce Tenphel ha sottolineato che, alla base delle nostre recitazioni, la motivazione non deve essere, come nei confronti di un essere ordinario, quella di guidare la coscienza – che è nella condizione confusa dello stato intermedio – verso una buona rinascita; piuttosto dobbiamo generare un forte e deciso desiderio che Ghesce-la torni presto fra noi, con un corpo umano. Come esseri umani, infatti, abbiamo bisogno di ricevere insegnamenti da un essere umano. Lama Zopa Rinpoce ha dato gli stessi consigli e lo stesso Dalai Lama ha detto che era particolarmente importante laRecitazione dei Santi Nomi di Manjushri e la preghiere del Migtsema (il mantra di Lama Tzong Khapa). (J.N.)
“Il 16 gennaio 2008, a conclusione dei 49 giorni che sono il limite massimo di vita, per un essere umano, di dimorare nello stadio intermedio (bardo) prima della rinascita, è stata celebrata l’Offerta al Maestro spirituale, dedicando lo Tsog a Ghesce Ciampa Ghiatso. Il nostro desiderio di rincontrarlo presto in forma umana cresce di momento in momento.
I suoi discerpoli augurano, a tutti coloro che lo hanno incontrato, di mantenere sempre nel proprio cuore il ricordo del suo insegnamento, sia esso derivato da un suo sorriso, da una sua carezza, da un suo rimprovero, da un suo gesto, o dagli innumerevoli insegnamenti orali che ci ha donato sulla base delle parole di Buddha”.
Chi lo volesse, potrà continuare, con grande beneficio, a recitare I Santi Nomi di Manjushri, il Sutra del Diamante e la Preghiera per il veloce ritorno di Ghesce-la, oppure il mantra Om muni muni maha muniye svaha, o uno dei mantra di Lama Tzong Khapa.