Come il pittore dipinge la tela con infiniti colori e sfumature
Domenica 15 Febbraio 2009 pomeriggio a Mantova.
Grazie Leonardo per tutto quello che stai facendo per me!
Inizio così il racconto di questa regressione…
Ti ho chiesto: per favore questa volta aiutami a parlare ad interagire con te che puoi guidarmi… Ho sempre difficoltà a sintonizzarmi con me stessa all’inizio… ricordi mi hai fatto sedere a terra al centro dell’OM di fronte a te e mi hai detto di fissare i tuoi occhi incredibili.
Mi son travata come di fronte a uno specchio (quello specchio che io temo tanto come ti dicevo tempo fa) e sul tuo viso sono passati tanti volti diversi, tante esistenze… le stesse che vedo e che ho già visto se fisso intensamente i miei occhi in uno specchio.
Ti guardavo e il tuo viso si trasformava incontinuazione in persone antiche di varie etnie, alcuni visi erano inquietanti, ma non ero spaventata come al solito, c’eri tu.
Poi mi hai accompagnato lontano con la tua voce, la tua presenza al mio fianco e il contatto con la tua mano..
Quando mi hai detto di guardarmi intorno e dirti ciò che vedevo, niente, al solito ho pensato, non riuscirò a parlare!, non riuscivo a vedere niente buio completo, mi hai detto di guardarmi i piedi, niente, poi mi hai chiesto cosa provavo lì dove ero e con molta fatica ti ho detto “Sto in guardia”
Alla tua voce che chiedeva: cosa sei?
Ho risposto un lupo, meglio la femmina di un lupo, per questo non riuscivo a vedermi i piedi, ed ero al buio xkè sono stata ferita al collo credo con una lancia e gettata da alcuni uomini in una buca, una fossa molto profonda nella terra, senza riuscire a vedere niente, e mi sono ritrovata in questa caverna antica senza uscita, dove accovacciata a terra guardavo molto più in alto sopra di me la fessura nella roccia, dalla quale mi avevano gettata, contornata di erba dove c’era un bellissimo scorcio di cielo disseminato di stelle e cercavo la luna, sapevo che c’era, come sapevo che lì vicino c’era il mio maschio che mi chiamava ululando alla luna stessa, c’era un bosco vicino…
Non ho risposto al suo richiamo xkè ero ferita e stavo morendo e in quella caverna che aveva visto morire tanta gente non c’era via di scampo.. e sentivo che avrebbe fatto qualsiasi cosa x salvarmi, x raggiungermi anche buttarsi giù…
Non potevo permetterlo, non serviva conoscevo il suo amore, anch’io avrei fatto la stessa cosa al suo posto…
Poi mi avete rimproverato. Tu non chiedi mai! Che ne sai poteva esserci una soluzione e potevi salvarti…
Ti dissi che ero molto serena e consapevole, piena di tutto quello che avevo vissuto e ricevuto dalla vita e ora ti parlo da lupo “Sempre ho difeso e difenderò il mio maschio anche a costo della vita”.
E’ il mio modo di essere, fa parte di me.. è istinto, l’ho ritrovato in diversi episodi di questa vita.
Mi hai detto di usare il mio olfatto da lupo per sentire gli odori, è stato bellissimo..
C’era l’odore umido e profondo della terra, e quello dolce del mio sangue
Mi hai chiesto come sono morta, ti ho risposto che mi sono addormentata serenamente e già ero rinata come un’esplosione da quell’utero nella terra ed ero in Tutto… ero cielo, stelle, alberi, vento, erba e riempivo Tutto quello che c’era intorno… intorno al mio lupo al mio maschio. Questo è amore.
Cosa ti ha insegnato questa vita?
A vivere pienamente e liberamente la vita in ogni suo aspetto senza aver paura di scendere nel profondo di me stessa.
Mi hai detto di guardarmi intorno e credo ci fossero molte ossa di persone gettate giù, poi ho visto in una parete dei graffiti che raffiguravano delle scene di caccia e mi hai chiesto chi li aveva fatti e xkè.. e da lupo ho visto l’uomo coperto di poco che gettato lì aveva disegnato quelle scene della sua vita x lasciare traccia di se, altrimenti nessuno avrebbe saputo del suo passaggio lì.
Mi hai chiesto cosa provava e a cosa pensava nel momento in cui ha lasciato il corpo, ti dissi che era sereno, cosciente e pensava a quello che lasciava di importante nella sua vita, alla sua famiglia, a quello che amava, alla sua donna, ripercorrendo come in un film tutta la sua vita. Poi mi hai guidato altrove nel tempo, e dal buio mi sono trovato nel deserto in pieno giorno con una luce accecante..
C’erano diverse persone, dei cammelli credo e sullo sfondo lì vicino una pieramide, stavamo partendo per un viaggio.
Quando mi hai detto di guardarmi i piedi e come ero vestito ho avuto difficoltà, ti dissi che ero vestito di bianco xkè ero tutto luminoso.. mi hai chiesto se tra le persone che c’erano riconoscevo qualcuno e ho visto te vestito tipo da arabo, siamo partiti, ci era stato assegnato un compito preciso, dovevamo studiare le stelle, l’Universo, il Tutto e poi riferire il nostro sapere. A fine giornata siamo arrivati più in alto, c’era una tenda all’aperto e un cielo esagerato di stelle e su un tavolo dei rotoli molto antichi che noi stavamo scrivendo in una lingua che non conosco/capisco.
Il nostro sapere, la nostra conoscenza del “Tutto” non può essere riferita e/o trasmessa a chiunque, solo alcuni cuori possono accoglierla e farla propria. Non c’è una formula o uno scritto che possa far sentire la meraviglia, la potenza, l’incanto dell’Universo già dal singolo filo d’erba mosso dal vento… è unico… è eterno.
Noi non avevamo bisogno di questa ricerca, di questo viaggio.
Quali sono gli insegnamenti che hai ricevuto? Mi hai chiesto.
Ti ho risposto che la cosa più importante che mi viene in mente è l’Amore .
Mi hai chiesto come è finita questa vita e ti dissi che i potenti che ci hanno chiesto questi studi/scritti non sono stati soddisfatti del nostro lavoro e prima ci hanno separati e interrogati per conoscere tutte le nostre versioni e ho avuto la certezza di avere un corpo, tanto ero luminoso quando.. ho visto che mi hanno ucciso tagliandomi la testa con una spada dalla grande lama, come a voler far uscire da me tutta la mia essenza e conoscenza, mi sembra che avevo la testa rasa. Ora capisco la mia paura per i coltelli grandi!!
Mi hai chiesto come è stato il passaggio.. ti ho risposto sicura che non è cambiato nulla tra prima e dopo… niente.. Tutto era. Poi mi hai portato nel 2012 e mi hai chiesto cosa vedevo, chi ero e com’era il mio stato d’animo.
La prima cosa che ho visto sono due farfalle che giocavano in questo cielo azzurro e limpido e ho visto una bambina vestita di bianco con i capelli biondi sciolti sulle spalle che giocava anche lei serena, protetta, tranquilla in armonia con il Tutto, in questo prato verde immenso come il cielo, fiorito e pieno di vita e di gioia.
Strano, quella bambina che ti dissi poteva avere dagli 8 ai 12 anni, credo, invece, fosse più piccola forse di 6 massimo 7 anni e come ti ho detto l’avevo già vista trotterellarmi intorno, felice e contenta, canticchiava persino!, mentre dopo la precedente regressione sono andata a fare una passeggiata a piedi per la campagna mantovana.
Mi chiedevo chi fosse, così felice del mio sentire, ora credo sia una parte profonda del mio essere.
E’ stato bellissimo, un dono… grazie! Ti ho già detto che da quella domenica se penso al mio braccio destro vedo la zampa del lupo?!
Ho ricordato/riscoperto la bellezza del mio istinto, di come ad esempio distinguo l’odore proprio di una persona (non il profumo che usa, l’odore!) molto vicina a me, a volte sento ancora quello di mio padre e riconosco quello di lui, del mio famoso sposo.
Ho sempre pensato/detto che ci sono tante donne al mondo ma poche sono femmine (naturalmente femminili) anche se vestono di un sacco, non è una cosa che si impara o ce l’hai o non ce l’hai. Ricordo che parlando con un caro amico, diversi anni fa, mi disse che per lui ero molto femminile (sapevo che era così), come sempre i complimenti mi imbarazzavano e come il mio istinto ho tenuto la mia femminilità da parte, nascosta, forse anche x le morti che ho avuto… ma c’era sempre.
Non vestivo mai in modo femminile o che valorizzasse la mia figura e prima di mettere una gonna o un vestito a fantasia ne sono passati di anni… ricordi la camicetta a fiori e la gonna che indossavo quando sono stata violentata e uccisa?
Anche gli animali mi hanno sempre riconosciuto come femmina, ricordo degli episodi carini carini.. e sorrido.
Comprendo sempre di più tutti i miei blocchi alla gola! Ricordi.. sono stata uccisa con violenza senza poter urlare, poi ancora mi hanno chiuso la bocca e affogato, ferito al collo come lupo e decapitato come uomo…. non solo le emozioni faccio fatica ad esprimere, ma anche la voce stessa ha difficoltà ad uscire da me come suono! e il mio respiro che è ancora trattenuto, a volte si blocca e non sempre riesce ad essere profondo, fluido, libero..
Poi, avere la certezza, la consapevolezza dell’evento della morte come un passaggio che ti fa ritornare Essenza, Universo, Amore… che pace, che serenità.
Ora capisco xkè mio padre e mio nonno hanno avuto bisogno della mia presenza nel momento intimo e gradioso in cui lasciavano il corpo. Ti voglio bene.